6 premi Nobel: è ora di fermare la follia nucleare

18/10/2016

11 ottobre 2016

Questo mese l’ONU ha l’opportunità di compiere un importante passo avanti verso l’eliminazione delle armi nucleari. È un’opportunità da non perdere.

Più di quarant’anni fa, gli stati in possesso di arsenali atomici e gli stati “non-nucleari” di tutto il mondo stipularono il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Quelli che detenevano armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina – promisero che qualora gli stati non in possesso di tali armi avessero accettato di non dotarsene, essi avrebbero intrapreso negoziati in buona fede verso l’eliminazione degli arsenali in loro possesso. Nel corso degli anni successivi, le tre nazioni che non firmarono il TNP – vale a dire India, Pakistan e Israele – hanno sviluppato armi nucleari. Tutti gli stati non dotati di armi atomiche che lo sottoscrissero, ad eccezione della Corea del Nord, hanno invece tenuto fede all’impegno preso.

Purtroppo, le potenze nucleari non hanno rispettato gli accordi. Sebbene gli Stati Uniti e la Russia abbiano smantellato un certo numero di armi nucleari dalla fine della Guerra Fredda, ne conservano ancora a migliaia, abbastanza da distruggere il pianeta più e più volte.

Inoltre, queste nazioni hanno reso chiaro che, a dispetto degli obblighi intrapresi con la stipula del trattato, non hanno intenzione di eliminare i loro arsenali. Tutt’altro: gli stati attualmente in possesso di armi atomiche si stanno impegnando nel potenziare i loro arsenali in maniera significativa. La previsione di spesa nei prossimi trent’anni dei soli Stati Uniti per il programma di ammodernamento nucleare raggiunge i mille miliardi di dollari.

Se da un lato le potenze nucleari dichiarano che l’unico motivo per la conservazione dei propri arsenali è quello di fare da deterrente contro i potenziali attacchi degli altri stati dotati di armi atomiche, le dottrine militari di queste nazioni raccontano di fatto una storia diversa. Gli Stati Uniti rifiutano di escludere la possibilità di usare per primi le armi nucleari, persino nei confronti degli stati non armati. I piani della Russia nell’eventualità di un conflitto convenzionale con la NATO prevedono l’immediato utilizzo di armi nucleari. Analogamente, il Pakistan minaccia di utilizzare armi nucleari tattiche contro le forze convenzionali indiane. L’India minaccia di contrattaccare con forze nucleari strategiche.

Di fronte a un atteggiamento così intransigente, gli stati che non detengono armi nucleari hanno deciso che bisogna fare qualcosa. Questi stati non hanno in programma di costruire arsenali nucleari propri, ma esigono che le potenze nucleari tengano fede alle loro promesse.

Nel 2013 e nel 2014 più di 150 nazioni si sono riunite ad Oslo, Vienna e Nayarit, in Messico, per una serie di storiche conferenze sull’impatto umanitario delle armi atomiche, al fine di mettere in rilievo le conseguenze concrete di un’eventuale guerra nucleare. Durante le conferenze sono state esaminate le ultime ricerche scientifiche, che mostrano come persino una guerra nucleare ristretta, che coinvolga meno dello 0,05% degli arsenali nucleari presenti sul pianeta, causerebbe perturbazioni climatiche catastrofiche su tutto il globo, e condurrebbe infine a una carestia mondiale che metterebbe a rischio la vita di ben due miliardi di persone. Ulteriori dati mostrano che una guerra su più larga scala come tra Stati Uniti e Russia causerebbe perturbazioni climatiche di impatto ancora maggiore, provocando un inverno nucleare che ucciderebbe la maggior parte degli esseri umani e potrebbe addirittura provocarne la scomparsa come specie.

In risposta agli avvertimenti della comunità medico scientifica, più di cento nazioni si sono riunite a Ginevra nel corso degli ultimi cinque mesi e hanno partecipato a un Open Ended Working Group (OEWG) convocato dall’Assemblea Generale dell’ONU per valutare le azioni da intraprendere al fine di indurre le potenze nucleari a scegliere il disarmo.

Le indicazioni dell’OEWG saranno presentate all’Assemblea Generale dell’ONU questo mese. Una risoluzione promossa da Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sudafrica chiede alle Nazioni Unite di indire una conferenza formale per i negoziati sul disarmo entro il 2017, con lo scopo di stipulare un nuovo trattato che proibisca il possesso di armi nucleari.

Questo “Trattato di bando” non può comunque sostituire una vera e propria convenzione contro le armi atomiche stipulata dalle potenze nucleari. Una convenzione di questo tipo porterebbe a stabilire una rigida tabella di marcia per lo smantellamento delle armi atomiche esistenti e fornirebbe meccanismi specifici per verificare e far rispettare l’adempimento degli obblighi assunti. Ma il Trattato proposto creerà comunque una nuova norma di grande impatto sulle armi nucleari, definendole non come lo status symbol delle grandi nazioni ma come il marchio della vergogna per le nazioni corrotte.

Ci sarà ancora da lavorare affinché sia possibile utilizzare questo trattato per indurre le potenze nucleari a perseguire il disarmo, ma la ferma opposizione manifestata da queste ultime rende chiaro che stanno già sentendone la pressione ancor prima che i negoziati abbiano avuto inizio.

Gli stati che si dichiarano contro le armi nucleari devono reggere la tensione e continuare nei loro sforzi epocali per proteggere l’umanità dalla minaccia di morte posta dalle armi atomiche. I cittadini degli stati nucleari devono riconoscere ai propri governi la responsabilità di aver fatto una scelta irragionevole rifiutandosi di tener fede agli impegni sanciti nel trattato e negoziare l’eliminazione di queste armi, che costituiscono la più grande minaccia alla sicurezza di tutti i popoli del mondo.

* José Ramos-Horta, Premio Nobel per la Pace (1996)

* Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace (2006)

* Kailash Satyarthi, Premio Nobel per la Pace (2014)

* Sir Richard J. Roberts, Ph.D. e membro della Royal Society, Premio Nobel per la Medicina (1993)

* Prof. Brian Schmidt, Premio Nobel per la Fisica (2011)

* Ira Helfand, co-presidente di IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War), Premio Nobel per la Pace (1985)

 

fonte: http://www.huffingtonpost.com/jose-ramoshorta/end-the-nuclear-insanity_b_12436344.html